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Negli anni sessanta il matrimonio in Sicilia veniva considerato un'autentica istituzione. Tutti miravano al cosiddetto "ncucchiamentu" (il matrimonio) e chi non vi riusciva rimanendo "schettu"/"schetta" (nubile), restava il più delle volte emarginato dalla società. In casi difficili come questi ci si rivolgeva spesso ad uno dei personaggi più consueti del panorama culturale di quel tempo: la "sinsali". La interpellava chi era gravato da problemi di tipo caratteriale, psicologici o fisici, e si recava da lei all'ombra della sera per non essere riconosciuto da eventuali "mpaccidderi" (impiccioni) che s'aggiravano nei dintorni, oppure la si faceva venire in grande segretezza anche in casa. In "Lu matrimoniu" i protagonisti sono due aitanti giovani, un uomo e una donna, che accusano entrambi lo stesso problema fisiologico che li costringe a stare socialmente lontani dai propri simili e a condurre un'esistenza sofferta e isolata. Donna Pudda Alluminata, la sensale di matrimoni assoldata dai rispettivi padrino e madrina dei due giovani, decide di occuparsene e, attraverso particolari strategie, di portarli all'altare.